domenica 30 marzo 2008

Annie: un tentativo di cronologia

Col passare del tempo la mia ipotesi che Annie sia interpretabile come una unica persona s'è andata sempre più rafforzando, cercherò quindi di ricostruire una sua biografia a partire dai FATTI enunciati nel testo e collegandoli tra loro con qualche ipotesi, alle quali però cercherò di ricorrere il meno possibile....
Chiaramente il buon Martin Crimp potrebbe aver qualcosa d dire a riguardo, ma anch'io vorrei dirgliene quattro ;-)
Nel 1997 Annie ha tra i quarantacinque ed i cinquantacinque anni.
E' quindi nata tra il secondo dopo guerra e i primi anni cinquanta, probabilmente in Svizzera o comunque nella vicina Europa dell'Est (Balcani?).
Cresce in un ambiente socialmente medio-alto, dove non le manca nulla, ma fino a tarda età bagna il letto la notte(9), questo troppo agio, e forse anche le terapie subite, però la portano a distaccarsi dalla realtà a credersi, o desiderare d'essere, una macchina(7) un teleschermo(5) o una terrorista(6) tenta più volte il suicidio(6) (11)
A sedici anni lascia la casa dove è cresciuta e comincia a viaggiare in tutto il mondo con a seguito un borsone rosso pieno di pietre(6), si dedica al porno(16) per contemporaneamente divenire una hostess (16) durante i suoi viaggi comincia a costruire sempre più un distacco mentale tra lei e coloro che le sono accanto considerandosi sempre più una macchina di lusso(6)(7)
A diciannove anni è in Svizzera, ha i capelli raccolti in una treccia color mogano ed ha una storia con Karl, uomo sposato, dal vocabolario ridotto (13) ma anche dal grande potere economico ma sottoposto a padroni politici, uomo sensibile,decisamente più vecchio di lei. uccessivamnte durante la relazione Annie si tinge i capelli di biondo(2)
(La nota dell assenza di un preservativo aiuta a datare il tutto a prima del 1985)
La sua carriera di artista/attrice porno la porta una prima volta sulla copertina di Vogue ed a rissumere lo stato della sua generazione(9)
In svariate occasioni nella sua carriera di artista di rottura Annie tenta di togliersi la vita(11), è guidata da forti ideologie che la mettono in contrasto con Karl(2)
Nonostane tutto continua a studiare, tanto da arrivare a parlare 5 lingue e collaborare col CNR di Ginevra scoprendo una nuova particella elementare(8), appere una seconda volta sulla copertina di Vogue(9)
Nei tardi anni settanta Annie dà sfogo al suo desiderio di distruzione mettendo a segno una serie di attentati in Gran Bretagna(9).
Durante le indagini sulla sua attività di terrorista che evidentemente proseguono fino agli anni novanta(9) vengono interrogati alcuni suoi vicini di casa (4) (15) questi presentano Annie come la classica ragazza della porta accanto(14).
Nei primi ottanta, Annie incontra Paul, ha con lui una relazione molto intensa dalla quale nascono due figli: un primogenito maschio e Annushka, la secondogenita (probabilmente tra i due corrono almeno 5/8 anni). Creano una comune indipendente da tutti nella vallata da cui proviene la famiglia di Annie(10)
Il figlio maschio si trasferisce a Toronto in Canada(4)
Successivamente anche Paul lascia Annie(17) (1primo messaggio)
Negli anni Novanta la "comune" di Annie è coinvolta nel confitto dei Balcani, i suoi due figli sono uccisi nella vallata in cui la comunità si era insediata, Annie sopravvive (3) in preda ad un delirio decide di prendere la sua vecchia Cadillac rossa el 1956 e di portare via il cadavere della sua bambina via di lì credendo di poterla salvare(12)
Annie viene catturata e processata, vende i diritti cinematografici sulla sua vita per due milioni e mezzo di dollari(9).

venerdì 14 marzo 2008

postato da The Director per conto di Stefania


LA PRESENZA ASSENTE

 

L'immagine di Anne riflessa sullo specchio alle tue spalle.

E' così nitida che ne senti il respiro, il profumo, il battito del cuore.

Un sibilo improvviso, un proiettile e lo specchio esplode in frantumi.

La certezza di quel ricordo si trasforma in mille schegge luccicanti

vagano nell'aria

ti accecano lo sguardo

e ti feriscono

lasciando piccoli rivoli di sangue sulla pelle.

Sono le mille storie che avevi pensato per lei

il sorriso tenero di una bambina,

lo sguardo assente di un'anima devastata,

la furia di mani omicide,

la volgarità di un amore a pagamento.

Sono le storie che tu hai inventato

o le storie che il mondo ha pensato per Anna?

Lasciandoti interpretare, lasciandoti credere

di essere libero mentre aprivi e chiudevi la mente a comando.

Pensavi di gestire il gioco

o è il gioco ad aver gestito te?

Quante volte hai avuto la certezza di aver trovato la soluzione

e ti sei trovato  un dubbio davanti?

Raccolgi una ad una le schegge,

le lanci ancora in aria, perhè solo il caos può regalarti l'ordine

e lentamente si ricompone lo specchio.

L'immagine di Annuska si è dissolta in un refolo di vento

e scopri con stupore quanto tu le somigli.

lunedì 10 marzo 2008

13. Il soggetto fantasma

La versione italiana del brano numero 13 non è proprio quel che si dice una traduzione alla lettera. Infatti il testo italiano si intitola “Jungfrau (Word association)” e parla di un amore difficile fra una ragazza di 19 anni (Anna) e un uomo sposato (Karl). Invece il testo inglese si intitola “Communicating with Aliens” e racconta che lei (non dice il nome) è in contatto con gli alieni, ma questi non comunicano con lei, bensì la stanno usando senza che lei ne sia consapevole (without her knowledge): usano la sua mente come una specie di Cavallo di Troia attraverso cui possono gradualmente invadere tutta la coscienza umana.

Nel soggetto numero 6 (Mamma e papà) si dice che nessuno costringe Annie a fare niente e l’idea che Annie venga “costretta a fare qualcosa è francamente assurda (ludicrous, nel testo inglese). Ma Annie si sente “come uno schermo della TV”, dove davanti tutto sembra reale e vivo, e dietro “non c’è niente”.
Nel soggetto numero 16 (Pornò), negando che Anne sia sfruttata per fini pornografici, si dice che il fatto che la bambina venga “drogata e desensibilizzata…umiliata…e poi fotografata o filmata senza che se ne renda conto (without her knowledge) è una caricatura ridicola (ludicrous)”.
La ripetizione del termine “ludicrous” ha l’effetto di sottolineare il riferimento; effetto che nel testo italiano viene stemperato dall’uso di due parole diverse: “assurdo” e “ridicolo”.

L’esistenza di questo brano è testimoniata dal video di You Tube incluso nel Blog da Fabio Giovedì 6 Marzo e che comprende la sequenza: Untitled (100 words), STRANGELY!, Communicating with Aliens, Girl next door. È probabile che Crimp abbia scritto due soggetti per il brano numero 13, lasciando libertà sulla scelta.

Comunque sia, è interessante leggere questa versione fantasma perché forse può aiutare nella comprensione dell’opera. In particolare, un riferimento esplicito a “Communicating with Aliens” si trova nel soggetto successivo “La ragazza della porta accanto”, di cui “Communicating with Aliens” è come un preludio: ha l’aspetto amichevole e rassicurante della ragazza della porta accanto, ma è un Cavallo di Troia, la televisione, attraverso cui si può gradualmente invadere tutta la coscienza umana.


sabato 8 marzo 2008

9. Lo stato d’animo di una generazione

Titolo: La minaccia del terrorismo internazionale
Durata: 6 minuti (letto piuttosto velocemente)
Personaggi: 3
Luogo: non è specificato.


Bagnare il letto di notte in bambini di età superiore ai 5-6 anni è da considerare un disturbo che può avere cause fisiche o psicologiche. Nel caso di queste ultime si può trattare dell’espressione di stati di ansia, angoscia, insicurezza, bisogno di attenzione.

Anne era una bambina che aveva tutto: bei vestiti, gli ultimi modelli di Barbie e Ken con tutti gli accessori sapientemente progettati per lei dalle industrie di giocattoli. Appartiene ad una famiglia benestante che l’ha allevata nella piena osservanza delle regole: la scuola privata, la chiesa.

Ciononostante, una volta cresciuta, ha compiuto “azioni di fortuita e insensata violenza”. Per questi atti ha subito un processo durante il quale sono stati esaminati in aula i suoi referti psichiatrici e le prove materiali della sua attività: passaporti falsi, nastri di telefonate registrate, videocassette che mostrano l’esplosione di un negozio di scarpe pieno di clienti, ecc.

I tre personaggi parlano del processo. Due di loro sembrano aver assistito al processo, mentre il terzo fa domande. Sembra quasi che la conversazione non sia provocata da un interesse morale verso l’accaduto, ma dalla mera necessità di risolvere un problema di ordine pratico, come la necessità di esaminare la richiesta di risarcimento da parte degli agenti che si sono occupati del caso e che ora affermano di soffrirne le conseguenze traumatiche.

L’atteggiamento di Anne al processo fa pensare che “non gliene importi”, che non abbia “coscienza”; non rivela “un barlume di sentimento”, ascolta “inespressiva” le accuse. Di fronte a questa condotta i personaggi si chiedono come sia possibile che sia la STESSA bambina che portava il vestito di percalle rosa, che aveva la Barbie con tutte le scarpe piccine piccine in fila, che frequentava la bella scuola in collina e pregava Dio alla sera; la STESSA che ora butta all’aria quelle scarpe piccine piccine con l’esplosivo; si chiedono se sia la STESSA che si svegliava angosciata al suono freddo di un meccanismo a suoneria; la STESSA che ora prepara meccanismi a tempo per esplosivi.

Anni fa in Gran Bretagna, due adolescenti uccisero un loro compagno. Il filmato che riprendeva i tre che camminavano in un centro commerciale (o in una stazione ferroviaria) fu trasmesso continuamente in TV a tutte le ore. Uno degli argomenti più ricorrenti del dibattito che ne scaturì fu lo stupore suscitato dal fatto che questi ragazzini provenissero da famiglie benestanti, “normali”. Da allora certi atti di violenza continuano a scatenarsi e sono l’espressione rabbiosa dello stato d’animo di una generazione cresciuta in una società che propone il denaro come valore e le indossatrici come figure di riferimento, e della quale, di conseguenza, non riconoscono più l’autorità.

giovedì 6 marzo 2008

La ragazza della porta accanto e... 100 parole


Il primo è carino, il secondo è un po' lungo....

Ma in ogni caso interessante.




Soggetto 17: un'interpretazione












Soggetto n. 17

Durata: 6-7 minuti

Speaker: 5-6

I parlanti sono i soci (uomini e donne sui 40 anni) di un'associazione che organizza viaggi, eventi e attività di volontariato.

Ci troviamo nella sala delle riunioni, parlano di una LEI, una socia che frequentava l'associazione e che non si vede da un po' di tempo. Approfittando della sua assenza, i presenti commentano la vita di questa donna, presumibilmente sulla quarantina o cinquantina, in base a ciò che pensano di sapere sul suo conto e in base a ciò che vedono. Non hanno tuttavia certezze. C'è chi sostiene che lei abbia un marito, chi invece afferma che non sia mai stata sposata né abbia mai avuto figli. Questa incertezza si riflette anche a livello linguistico (scusate la deformazione professionale ;-)). C'è infatti imprecisione e vaghezza nelle parole utilizzate: cosa, coso, una persona... Un dato certo è il nome di un tale Paul, di cui però non si sa altro. Unico nome di persona che compare nel soggetto. LEI non viene invece mai chiamata per nome.

Si trovano d'accordo sul fatto che sia una fallita, incapace di portare a termine i propri obiettivi, il proprio lavoro. La descrivono come una barca che va alla deriva. Dicono che dentro di lei qualcosa è morto, che ha il cuore spezzato, probabilmente si riferiscono a un evento che ha turbato la vita di lei. Ma non è chiaro se sappiamo esattamente cosa le è successo.

Criticano la sua superficialità e ignoranza. È come se lei fosse un capro espiatorio di quelli che in realtà sono i limiti dei dialoganti. Sfogano su di lei, parlando alle sue spalle, i loro complessi, le loro inadeguatezze. Bersagliando un obiettivo comune, possono distogliere gli sguardi altrui dalla loro vita, dai loro difetti, dalle loro debolezze. Sono sprezzanti e sarcastici, ma l'atteggiamento non è di che sostiene con forza un'opinione, piuttosto di chi ostenta sicurezza e superiorità per difendersi da eventuali attacchi, per sfuggire all'attenzione degli altri.

La vera superficialità è la loro che con facilità passano da un argomento all'altro, talvolta sovrapponendosi, dividendosi in due gruppi che colloquiano in parallelo. Regna la confusione e nel finale ciò che emerge è il salmone "precedentemente surgelato" che fa dimenticare l'omicidio di una donna di fronte agli occhi di un bambino portato lì volontariamente dal padre assassino.

Ci sono numerosi richiami ad altri soggetti (in particolare al n. 2): città europee, quali Parigi, Praga, Vienna, Berlino, il portacenere alto con il gambo degli alberghetti a ore e le sigarette.

Comune è anche la ricerca di un qualche significato, forse il significato della vita di lei, della vita in generale, del teatro o di questa rappresentazione specifica. Questa ricerca si estrinseca in più soggetti nella richiesta del significato di parole inusuali, ad esempio espettoratrice, e nelle frequenti domande di chiarimento.

Stasera non ci sarò purtroppo, sono in viaggio. Fate a modino. Ci vediamo la settimana prossima.

Quanto alla mia preferenza, beh direi il soggetto n. 6 (Mamma e papà). Magari nei prossimi giorni se avrò tempo, vi dirò anche perché.

Ah, un'ultima cosa, ho scoperto che il Limmat di cui si parlava giovedì scorso è un fiume della Svizzera che passa per Zurigo, dove c'è anche una Promenadenstrasse.

Ciao e buona serata

P.S.: ganzi i video con le varie versioni della canzone. "The camera loves you.... The camera loves you...."!

P.S. n.2: scusate per le immagini disseminate in qua e in là, non riescono a inserirle dove voglio io. se qualcuno mi sa spiegare come si fa, è benvenuto! ciao

martedì 4 marzo 2008

E' PROPRIO UNA CANZONE, BRAVA ANGELA!!

ecco due versioni:
la prima è girata come clip musicale, 
la seconda come promo dello spettacolo






FROM JAPAN (SOGG. 14)

Da: Yoshie KOJIMA

Oggetto: Re: aiuto per traduzione

Data: 04 marzo 2008 10:50:22 GMT+01:00

A: lorenzo.(...)@(...).it


Caro Lorenzo,

ecco le traduzioni.


O-shigoto wa nan desu ka?

   Che lavoro fa?


Oku-san wa imasu ka?

   C'e' sua moglie?
(...)

(...)

Un caro saluto,

Yoshie

5. Anne, il teatro

(…) Non è mostruoso
Che quest’attore, in una mera finzione,
In un suo sogno di passione, possa tanto forzare
La sua anima al concetto che per il suo operare
Tutto il suo volto è impallidito, lacrime
Nei suoi occhi, disperazione nel suo aspetto,
La voce rotta, e l’intera funzione
Che s’adattava con le forme alla sua idea?
E tutto per niente. Per Ecuba!
Cos’è Ecuba per lui o lui per Ecuba?

(…) L’assassinio infatti,
pur non avendo lingua, parla con un organo
Miracoloso.

(…) Il teatro è la cosa
Con cui metterò in trappola la coscienza del re.

Amleto, osservando un attore recitare, percepisce la potenza di questa forma d’arte e decide di usarla per SMASCHERARE il re e FAR SAPERE CHE è l’assassino di suo padre.
Anne è un personaggio di teatro (o il teatro stesso) che si serve del teatro (o il teatro si serve di lei) per parlare di realtà, umanità, di un piano per essere, per fantasticare, improvvisare, sintetizzare, FAR SAPERE CHE.
Fra tutte le cose che anne può essere c’è una giovane donna, alle soglie del mondo adulto, che si trova a fare i conti con i suoi ideali; una donna che assiste impotente, smarrita e piena di collera alla devastazione delle sue radici, della sua famiglia; una donna che vive nella gabbia di menzogne costruita apposta per lei da sfruttatori senza valori, rispetta le regole senza metterle in discussione e si rifugia nella consuetudine rassicurante di una tazza di tè; una terrorista; un’automobile; ecc.
In un articolo su Internet, riferito allo spettacolo che la Compagnia degli Artefatti ha ricavato da Attempts on her life, si parla di canzoni. Probabilmente il soggetto numero 5 è una canzone eseguita dagli attori, che riprende quasi le forme di uno slogan pubblicitario e promuove un teatro che può essere tutto, anche forma di condanna verso certe forme potenti, miracolose di condizionamento, come la pubblicità appunto, SMASCHERANDOLI attraverso il loro stesso linguaggio.

lunedì 3 marzo 2008

La donna "senza tempo"


Che dire di questa fantomatica Annie. Sarà una donna senza tempo, una donna che ha vissuto in epoche diverse, con diversi nomi e varie identità (Annie, Anya, Anne, Anouska); magari per fuggire da qualcuno o da se stessa?!! Penso che non abbia un volto preciso, un volto che abbia modo di essere descritto. Una donna alla ricerca di un “qualcosa” ancora da scoprire , compito molto difficile, perché forse Annie vuole così, rimanere nell’ombra della sua esistenza e dei suoi segreti. Annie è una donna che vive solo nelle nostre menti, in alcune pagine di un libro o  forse una semplice invenzione. Annie possono essere tutte le donne che mai sono vissute nel mondo reale e che sono rimaste imprigionate nel limbo dell’invisibilità.


MISSION IMPOSSIBLE

(posta The Director per i soliti motivi)

Se già con il primo pezzo avevo dovuto faticare abbastanza, questo secondo compito mi ha messo a dura prova.

In fondo si tratta solo di descrivere "la composizione del mondo al di là del teatro", dare un identità ad un personaggio attraverso le sue opinioni e poi dovremmo noi rendere credibile quel personaggio interpretandolo.

In realtà l'autore lascia ampi spazi, in quanto in ogni pezzo si scorge sempre una emozione primaria e molte altre emozioni secondarie, dando così la possibilità di ampliare la gamma delle interpretazioni. 

Ho provato a scendere nel dettaglio, lavorando sui pezzi che mi attraggono di più:

 

TRAGEDIA DI AMORE E IDEOLOGIA e FIDUCIA IN NOI STESSI

Mi sembrano brani molto simili nell'esposizione. Due persone si confrontano sulla probabile messa in scena di una storia, in entrambe le tracce una persona è sicuramente più coinvolta e più propositiva, l'altra invece asseconda e fornisce degli spunti ... sicuramente hanno una bella intesa, perchè insieme riescono a sviluppare un racconto. Mi viene da pensare ad una persona vulcanica e fantasiosa che produce freneticamente idee e l'altra più pacata e riflessiva che ascolta, indirizza e stimola i pensieri dell'altra che si lascia guidare inconsapevolmente.

 

LA MINACCIA DEL TERRORISMO INTERNAZIONALE

Tre persone che commentano la versione di "Anne la terrorista" e pur parlando di eventi drammatici sembrano esporli in maniera distaccata. Tre persone con conoscenze diversificate sui fatti avvenuti e con partecipazione emotiva diversificata. L'effetto è  quello di accumulare una grande quantità di eventi tragici avvenuti in un luogo distante da dove si trovano le tre persone e di annientare il coinvolgimento emotivo, quasi ci fosse una sorte di assuefazione al male.

 

SENZA TITOLO (100 PAROLE)

Condivido quanto scritto da Angela e aggiungo una quarta persona: la voce di Anne registrata, che elenca le parole indicate nelle pause della conversazione, in quanto parte dell'opera d'arte come elemento audio. Mi viene da pensare alle tre persone come espressione di tre diversi livelli di sensibilità: il polemico come una persona molto saccente ed egocentrica, il critico d'arte come una persona attenta esclusivamente a non alterare il suo quieto vivere e il critico d'arte impegnato come una persona attiva ed attenta verso gli altri e verso il mondo. 

 

Non so se sono riuscita ad esprimere le idee piuttosto confuse che ho in testa, però vi assicuro che ci ho provato.

domenica 2 marzo 2008

eccomi!! finalmente...

SOGGETTO 4: L'INQUILINA




durata: 3/4 minuti




personaggi: da 2 a 5

notizie su Annie:
  • è una donna sola
  • è in attesa di qualcosa, anche di frivolo ed insignificante, come il risultato di un gioco a premi, che si gusta con una bella tazza di tè
  • è una donna ligia alle regole.

"attentati alla vita di lei" è un mescolarsi di voci e situazioni, racconti ed ipotesi che raccontano di una persona (Annie, Anya,Anne, Anouska); una donna sola che vuol cambiare il mondo, che sfugge da una società che non le sta bene, che non condivide, i suoi unici legami sembrano legami superficiali, solo di facciata che però le possono dare fama e visibilità.

sabato 1 marzo 2008

11. Arte degenere


Titolo: Senza Titolo
Significato: Senza significato
Durata: 8 minuti (letto piuttosto velocemente, senza rispettare i silenzi)
Personaggi: 3
Luogo: una galleria d’arte contemporanea.

I tre personaggi confrontano le loro opinioni osservando un’opera e interrompendo la discussione durante le registrazioni di parole. L’opera è composta da oggetti, documenti, fotografie, video e registrazioni di parole a intervalli irregolari. L’autrice è una donna di cui non viene fatto il nome; può essere una Anne, quella che impersona il bisogno di esprimere sensazioni o idee.

1. Uno dei tre la trova sgradevole, narcisista, espressione di una mente da considerare malata ed emarginare.
2. Il secondo apprezza l’opera, ma prevalentemente da un punto di vista di intrattenimento.
3. Il terzo, in polemica con il primo, ritiene che il punto è che ricercare il significato nel senso tradizionale è senza scopo. Anne rifiuta la mediazione della “scuola”, cerca la libertà nel rifiuto dei canoni e ci offre lo “spettacolo della sua personale esistenza” attraverso un “puro dialogo di oggetti” presentati in maniera casuale come li ha incontrati nella sua vita. Se Anne vuole evitare di essere oggetto delle “strutture patriarcali del capitalismo” e allora fa un gesto radicale: si offre agli altri come un oggetto, ma l’oggetto di se stessa; ma anche questo gesto, nella società della comunicazione apparente dei mass media e del consumismo totale, diventa semplicemente intrattenimento da consumare.